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La strada del Passo San Boldo è una delle opere architettoniche più incredibili e ardite della Prima Guerra Mondiale: costruita dall’esercito austriaco in poco più di tre mesi, è famosa per la sua fitta serie di tornanti scavati nella roccia.
Da Lago si sale lungo una sterrata dai numerosi tornanti e dalle modeste pendenze immettendosi poi sulla più impegnativa “Caldella”; un panoramico tratto più pedalabile anticipa l’ultima erta lungo le pendici del Monte Cimone.
Si scende ora nel bosco seguendo lo stretto e tecnico segnavia 1, continuando poi su asfalto e altri sentieri fino alla strada del San Boldo. La successiva salita al Pian di Miot, passando per Signa, è piuttosto agevole e precede la veloce discesa verso Carve dove inizia l’ultima salita.
L’ascesa è molto impegnativa per via della pendenza, alla quale si aggiunge il fondo accidentato nella parte finale fino a Casera Vallon Scuro: da qui un sentiero porta a una forcella dalla quale la vista spazia dalla Valbelluna (a nord) fino alla Valsana e alla pianura (a sud). Una breve deviazione permette inoltre di raggiungere l’isolato e suggestivo Bivacco dei Loff (lupi).
La discesa prosegue su un bellissimo e veloce single track che si innesta poi su una carrareccia dal fondo accidentato, arrivando infine al Passo San Boldo. La famosa “Strada dei Cento Giorni” e i suoi tornanti scavati nella montagna precedono il vecchio sentiero che, tecnico e con diversi punti impegnativi, raggiunge Tovena evitando l’asfalto. Il rientro al punto di partenza avviene pedalando tra le ciclabili, i campi e i prati della Valsana.
Punto di partenza: Revine Lago, frazione Lago, via Giovanni XXIII. Parcheggi nei pressi della chiesa.
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