IL Salto


  • 27.6 km

    Distance

  • 1019 m

    Elevation Gain

  • 1064 m

    Elevation Loss

  • 1390 m

    Max height

  • 644 m

    Min height

  • Road

  • Equip

  • Skill

  • Effort

Descrizione del percorso


Le precipitazioni nevose degli ultimi tempi pare abbiano inciso in modo consistente sul versante Gran Sasso/Monti della Laga a differenza del versante meridionale dei Monti Sibillini dove la neve giace copiosa a partire dai 1300/1400m in su. Dopo una settimana di monitoraggio continuo e dopo il benestare dell’amico Sergio Barboni (monarca dei Sibillini) il Cinghiale decide di effettuare un’escursione nei dintorni di Arquata del Tronto. Si parte dall’abitato di Borgo ed insieme a me ci sono i Cinghiali della Majella unitamente ad Abruzzo Exploring accodatosi alla carovana in extremis. Saliamo per la S.P. quando al primo incrocio svoltiamo a dx per Montegallo. In breve tempo raggiungiamo l’abitato di Piedilama. Appena si entra nel paese una tabella C.A.I. indica a dx per Colle Galluccio. Democraticamente lascio decidere al gruppo quale strada seguire, se quella C.A.I. o la più agevole bitumata in direzione di Forca di Presta. Il gruppo opta senza indugio per la soluzione C.A.I. ed a nulla servono i miei avvertimenti in merito alla possibilità di trovare un fondo ostile. Svoltiamo a dx per una carrareccia che si insinua tra Colle La Rocca e Colle Forcella. La salita inizia subito a farsi sentire ma fortunatamente il fondo è ben pedalabile e di conseguenza in poco tempo attraversiamo Fosso La Valle fino a giungere ad una fonte pastorale. Orbene, adesso incomincia un tratto abbastanza ostile che culmina sul proibitivo. Il Cinghiale snobba la carrareccia che prosegue per Prato Comune e svolta a dx. Mi assumo tutte le responsabilità di questa scelta azzardata, sbagliata, inopportuna…chiamatela come volete… ma transitai ben due anni fa da queste parti e feci la stessa identica scelta in quanto per Prato Comune la carrareccia era già franata. Oggi però la zona risulta soggetta a disboscamento e, come si sa, in questi casi un percorso che sembra ovvio può portarti nel bel mezzo di un labirinto di sentieri. Lievitiamo bici a spalla fino a quota 1400m circa. Nel gruppo c’è anche Katia Ferrara (cinghialessa della Majella) la quale, di fronte a cotanta pendenza e ad un fondo ormai innevato abbondantemente, non esita un istante a spingere verso la sommità della montagna. Io, mentre salgo, mantengo lo sguardo fisso sul valico di Colle Galluccio che ora mi sembra un po’ troppo lontano. Penso di aver commesso qualche errore ma ormai è troppo tardi. Ci troviamo a ridosso di uno spettacolo della natura: la carta lo denomina “Il Salto”…ed è proprio un salto verso il vuoto quello che ci si para dinanzi agli occhi mentre pedaliamo sul crinale del monte. Le gambe mi tremano non appena tento di affacciarmi sullo strapiombo senza fine…scivoliamo di qualche metro nel bosco seguendo una traccia che man mano diventa più flebile fino a scomparire lasciandoci tutti con un palmo di naso. Ora il gruppo si divide tra chi (comprensibilmente) preferisce fare dietro front…e chi, al contrario, vorrebbe proseguire l’avventura costi quel che costi. Uno di questi è Mauro. Sembrava gli avessero tirato una coltellata al petto ma è ci è bastato uno sguardo d’intesa per…capirci. In questo caso,sempre democraticamente, decidiamo di separarci. Tre componenti riprendono la strada del ritorno mentre io, Mauro Brandodoro e Luca Sbaraglia imbocchiamo per un canale innevato che sprofonda nel fosso. Io davanti seguo le orme lasciate da qualche animale, scendo veloce su manto innevato puntando sempre con lo sguardo Colle Galluccio di modo da non perdere l’orientamento….il mio fiuto fortunatamente mi ricompensa....Usciamo miracolosamente dal bosco intercettando la carrareccia di Pian Pecorelle. Soltanto ora capisco l’errore commesso e, nel tentativo di riparare, faccio contattare telefonicamente il resto del gruppo da Luca Sbaraglia, il quale li invita a raggiungerci dicendogli di seguire le nostre tracce lasciate sulla neve. In un quarto d’ora il gruppo si ricompatta tra sorrisi e nuove speranze! Ora andiamo a “prenderci” il Sentiero dei Mietitori! L’entusiasmo sale e funge da propellente per le nostre gambe che in poco tempo ci portano al valico di Colle Galluccio. Lo spettacolo del Vettore e del Monte Sibilla ci ricompensa del sudore versato nell’ascesa. Mauro Monasterio,di Abruzzo Exploring, è al suo battesimo di sangue sulla neve me sembra gia essere a completo agio. Moreno Agnellini, capo branco del medesimo gruppo, ha il sorriso stampato sul volto!! Dietro, Katia Ferrara, ripresasi dall’impatto non troppo semplice con il territorio, ora sembra aver recuperato le forze e inesorabilmente si mantiene accodata alla ciurma. Finalmente incrociamo la S.P., svoltiamo a sx e poco dopo subito a dx per una carrareccia che sale vertiginosamente. La strada si addolcisce , scende di poco per poi puntare un ultimo valico, quello di Colle Pisciano a quota 1300m circa. Lo scenario montano che ci troviamo davanti è impreziosito ancor di più dalla neve e dai riflessi del sole su di essa. Adesso una tabella C.A.I. ci indica Colle le Cese, entriamo nel vivo del Sentiero dei Mietitori. Da ora in poi i nostri sensi percepiranno solo il silenzio ovattato del bosco…il profumo dei muschi…la penomombra della pineta…le gelide acque delle fonti pastorali e, sui nostri volti, il tepore di quei pochi raggi solari che a malapena riescono a filtrare. Mi volto di tanto in tanto e dietro di me Mauro Brandodoro rimane in silenzio, quasi assuefatto dinanzi a questi luoghi incantati e tanto desiderati. Il tracciato si snoda sotto le imponenti pareti del Monte Vettore sino a sbucare poco sotto il Sasso Tagliato. Mia intenzione iniziale era quella di prendere il sentiero 103 C.A.I. (per la felicità di Luca) che dal Sasso tagliato scende all’abitato di Camartina intercettando una carrareccia. Ma il sole all’orizzonte sta per morire dietro le montagne! Abbiamo si e no un’ora scarsa di luce! Inoltre il coraggio e la determinazione di Katia meritano uno sconto di fatica. Allora imbocchiamo dal Colle del Quarto una larga e interminabile carrareccia che scivola tra i fossi. La percorriamo a cento all’ora mettendo a dura prova freni e pneumatici. Dall’alto, il castello di Arquata è sempre più vicino. Lo raggiungiamo tramite una traccia erbosa che sbuca poi all’interno del paese. Ivi giunti, non ci rimane che affrontare una serie indefinita di scalette fino a guadagnare il sospirato arrivo. Fatica è compiuta. Cambiatici d’abito ci meritiamo finalmente un ricco aperitivo al bar/alimentari di Trisungo. Dopo i commenti di rito, tra “ciabatte” ripiene di prosciutto nostrano e birroni gelati, il gruppo si congeda allegramente con la promessa di nuove ed entusiasmanti escursioni. Un ringraziamento va ai Cinghiali della Majella e rivolgo un saluto particolare ai nuovi amici di Abruzzo Exploring.



CINGHIALE 14/01/2012 ARQUATA DEL TRONTO


http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/6495

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